Si apprende dagli organi di stampa che in Parlamento è pronto a partire l’iter di discussione di alcune proposte di legge di area governativa che prevedono la drastica riduzione (8-12 giorni) delle aperture degli esercizi commerciali nei giorni festivi.
Si tratta, a nostro avviso, di una proposta totalmente insensata e disancorata dalla realtà e dai bisogni reali dei consumatori e del mondo produttivo. Tale provvedimento, che limita fortemente la libertà di impresa, la concorrenza e la libertà di scelta dei consumatori riportando il Paese indietro di diversi anni, avrebbe ricadute negative sui consumi e sul Pil. Si stima che attualmente siano circa 19,5 milioni le famiglie che approfittano dei giorni festivi per fare acquisti, i quali verrebbero privati di un servizio di grande utilità.
A questi effetti va sommato l’impatto non certamente positivo che la misura avrebbe sugli occupati della Grande distribuzione organizzata, settore che attualmente conta circa 450 mila lavoratori, a cui vanno aggiunti quelli impiegati dell’indotto. Stupisce, anzi, che in un momento di grandi difficoltà economiche le organizzazioni a tutela dei lavoratori non mostrino preoccupazione a fronte di una proposta che mette a rischio migliaia di posti di lavoro.
Altro elemento di criticità riguarda la possibilità, prevista nelle proposte di legge, di affidare alle Regioni il compito di regolamentare orari e giorni di chiusura, che avrebbe come diretta conseguenza quella di accentuare le disomogeneità normative che costituiscono uno dei principali ostacoli allo sviluppo economico del nostro Paese.
Si fa fatica quindi a comprendere l’utilità di una norma, che lungi dal tutelare i piccoli esercizi, costituirebbe soprattutto uno straordinario regalo ai colossi dell’e-commerce. Contro questa decisione per noi inaccettabile, poiché priva di buon senso e concepita al di fuori delle logiche di sviluppo, ci opporremo in tutte le sedi.